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Introduzione alla Psicologia dello Sviluppo - Modelli e Metodi, Appunti di Psicologia dello Sviluppo

Il documento tratta una prima introduzione sulla psicologia dello sviluppo, definendo lo sviluppo stesso e cosa lo influenza. Successivamente sono presentati modelli e metodi propri della disciplina. Modelli: - Modello dell'età evolutiva - Modelli deterministici e unicausali - Modelli probabilistici e multicausali Metodi: - Metodo osservativo - Metodo sperimentale - Metodo clinico Scienze della Formazione Primaria, primo anno, primo semestre. Riguardano il corso di Psicologia dello Sviluppo

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 25/06/2025

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rebecca-canu 🇮🇹

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SVILUPPO
Che cos’è lo sviluppo?
In termini scientifici, lo sviluppo ha delle caratteristiche particolari.
È un cambiamento, qualcosa che si sviluppa e che cambia. Non è mai uguale a stessa. Non tutti i
cambiamenti sono necessariamente sviluppo.
È un cambiamento incrementale e/o qualitativo. Per esempio, la statura ha uno sviluppo solo incrementale.
Iniziando invece a studiare lo sviluppo del linguaggio dei bambini, contiamo la quantità di parole del loro
vocabolario. Lo sviluppo del linguaggio è esponenziale, quindi dopo un po’ non si riesce più a contarle.
Quando i bambini sono più piccoli le loro frasi sono corte, semplici e alle volte formate da una sola parola. Man
mano che il linguaggio si sviluppa, si sviluppa il vocabolario ma anche la strutturazione delle frasi. Il
linguaggio diventa di una qualità migliore, più strutturato. Quindi il linguaggio può essere incrementale
(numero di parole) ma anche qualitativo (modo di strutturare le frasi). Nel cambiamento qualitativo si può anche
perdere qualcosa, qualche capacità perché semplicemente non ci servono: in quell’organizzazione più efficace,
togliamo gli elementi che non ci sono più utili. In generale il nostro organismo tende a conservare ciò che ci
serve per vivere, e a sfoltire ciò che non è più necessario
È un cambiamento caratterizzato da una maggiore quantità o da una migliore organizzazione
La psicologia si occupa di osservare e studiare quei cambiamenti soprattutto qualitativi che ci permettono di
vivere meglio con noi stessi. Inoltre, ci permettono anche di intervenire.
Che cosa influenza lo sviluppo?
L’ambiente in qualche modo favorisce dei cambiamenti. Anche le relazioni con le altre persone (contesto familiare,
amicizie…). Anche le esperienze vissute, i segnali che riceviamo, l’educazione. Il nostro sviluppo è legato anche a
delle caratteristiche individuali, delle predisposizioni genetiche. Per esempio, dei neonati che si dice abbiano un
temperamento facile, mangiano senza problemi, dormono, … di conseguenza anche le persone intorno a loro sono
ben predisposte. Altri invece hanno un temperamento difficile, si svegliano di continuo, non mangiano. Il
temperamento, le nostre predisposizioni genetiche, la nostra fisicità ci influenzano. Anche traumi e belle
esperienze ci influenzano.
In generale lo sviluppo è influenzato da fattori esterni all’individuo (ambiente, relazioni…) e fattori interni
(caratteristiche individuali)
Dalla psicologia dell’età evolutiva alla psicologia dello sviluppo
Una volta il corso di psicologia dello sviluppo era chiamato psicologia dell’età evolutiva
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SVILUPPO

Che cos’è lo sviluppo? In termini scientifici, lo sviluppo ha delle caratteristiche particolari.

  • È un cambiamento , qualcosa che si sviluppa e che cambia. Non è mai uguale a sé stessa. Non tutti i cambiamenti sono necessariamente sviluppo.
  • È un cambiamento incrementale e/o qualitativo. Per esempio, la statura ha uno sviluppo solo incrementale. Iniziando invece a studiare lo sviluppo del linguaggio dei bambini, contiamo la quantità di parole del loro vocabolario. Lo sviluppo del linguaggio è esponenziale , quindi dopo un po’ non si riesce più a contarle. Quando i bambini sono più piccoli le loro frasi sono corte, semplici e alle volte formate da una sola parola. Man mano che il linguaggio si sviluppa, si sviluppa il vocabolario ma anche la strutturazione delle frasi. Il linguaggio diventa di una qualità migliore, più strutturato. Quindi il linguaggio può essere incrementale (numero di parole) ma anche qualitativo (modo di strutturare le frasi). Nel cambiamento qualitativo si può anche perdere qualcosa, qualche capacità perché semplicemente non ci servono: in quell’organizzazione più efficace, togliamo gli elementi che non ci sono più utili. In generale il nostro organismo tende a conservare ciò che ci serve per vivere, e a sfoltire ciò che non è più necessario
  • È un cambiamento caratterizzato da una maggiore quantità o da una migliore organizzazione La psicologia si occupa di osservare e studiare quei cambiamenti soprattutto qualitativi che ci permettono di vivere meglio con noi stessi. Inoltre, ci permettono anche di intervenire. Che cosa influenza lo sviluppo? L’ambiente in qualche modo favorisce dei cambiamenti. Anche le relazioni con le altre persone (contesto familiare, amicizie…). Anche le esperienze vissute , i segnali che riceviamo, l’educazione. Il nostro sviluppo è legato anche a delle caratteristiche individuali , delle predisposizioni genetiche. Per esempio, dei neonati che si dice abbiano un temperamento facile, mangiano senza problemi, dormono, … di conseguenza anche le persone intorno a loro sono ben predisposte. Altri invece hanno un temperamento difficile, si svegliano di continuo, non mangiano. Il temperamento, le nostre predisposizioni genetiche , la nostra fisicità ci influenzano. Anche traumi e belle esperienze ci influenzano. In generale lo sviluppo è influenzato da fattori esterni all’individuo (ambiente, relazioni…) e fattori interni (caratteristiche individuali) Dalla psicologia dell’età evolutiva alla psicologia dello sviluppo Una volta il corso di psicologia dello sviluppo era chiamato psicologia dell’età evolutiva

MODELLI

MODELLO DELL’ETÀ EVOLUTIVA

a una fase di evoluzione seguono una fase di stabilità (età adulta) e una di involuzione (età senile)  metafora dell’arco della vita. Adulto  il riferimento normativo, apice dello sviluppo. Con riferimento a questo modello, si diceva che non si potesse più cambiare (se ho un brutto carattere sono così). Questo modello è stato superato, c’è un cambiamento di prospettiva Modello dell’età adulta : Ci si rende conto che l’età adulta non è più un periodo di stabilità. Moltissimi cambiamenti avvengono nell’età adulta. Adesso, quando noi diventiamo adulti dal punto di visto biologico e fisiologico, dal punto di vista sociale noi non siamo per esempio già inseriti nel mondo del lavoro, non viviamo da soli… L’età adulta non è un periodo di stabilità, sono possibili nuovi apprendimenti, non si raggiunge uno sviluppo ottimale L’età senile Attraverso tac e nuove tecnologie mediche , si nota che il cervello degli anziani è propenso a nuove acquisizioni e apprendimenti grazie alla plasticità neuronale. Non è vero che in età anziana c’è solo una perdita, ci sono nuove acquisizioni e apprendimenti, grazie a nuove collaborazioni tra neuroni. Considerare l’anziano come una persona non in decadimento, ha fatto nascere tantissime attività dedicate a loro L’età evolutiva In senso stretto, i bambini. Si pensava che il percorso di infanzia e adolescenza fosse un percorso solo incrementale. Invece si è scoperto che è un percorso anche di regressione o perdita. Per esempio, alla nascita , noi siamo in grado di distinguere una gamma di suoni vastissima. Poi il neonato nasce in un contesto preciso , in cui si parla una lingua precisa, in questo modo include certi tipi di suoni e ne esclude tanti altri. Inizia a non discriminare i suoni che non appartengono alla sua lingua perché non gli servono, sono inutili. Psicologia dello sviluppo nella prospettiva del ciclo di vita o Life span I primi a sostenere che lo sviluppo dura per tutta la vita (quindi si parla di psicologia dello sviluppo): psicologia dello sviluppo nella prospettiva del ciclo di vita o Life span furono Baltes e Reese nel 1986 La prospettiva del ciclo di vita mette in primo piano la dimensione del tempo : Mentre con l’idea di età evolutiva , per capire certi atteggiamenti bisognava sempre rifarsi alle esperienze infantili. Mentre ora visto che lo sviluppo è concentrato su tutto il ciclo di vita ci si concentra sì sul passato , ma anche sul presente perché è il momento in cui facciamo delle scelte, diamo una svolta alla nostra vita. Anche il futuro è importante, perché comunque noi una parte del nostro futuro proviamo a costruirlo

MODELLI DETERMINISTICI E UNICAUSALI

Probabilistici  se ci sono molte cause, diventa difficile dare certezze. Diventa un’interazione tra cause , ma se noi aggiungiamo una variabile potrebbe cambiare tutto. I modelli probabilistici introducono una visione sistemica , in cui l’attenzione si concentra sulle reciproche modificazioni e interazioni delle variabili lungo il tempo. Quando il numero delle variabili supera una soglia critica e inoltre esse interagiscono tra di loro, diventa impossibile predire esattamente che conseguenze ci saranno all’interno di un sistema.  IMPOSSIBILITÀ di usare una causalità certa e unilineare Bisogna abbandonare il determinismo, e usare qualcosa di più complesso Ci sono 5 ragioni scientifiche che hanno portato al superamento del modello deterministico per arrivare al modello probabilistico

  1. Numerosità delle variabili
  2. Variabili interagiscono tra di loro
  3. Ruolo attivo della mente umana
  4. Analisi delle interazioni individuo-ambiente
  5. La considerazione della variabile tempo Numerosità e interazioni tra variabili Gli scienziati (biologi…) affermano che se ci sono troppe variabili , diventa difficile fare un’affermazione precisa. Con lo studio di sistemi complessi come le previsioni meteorologiche, in cui una variazione di qualcosa può creare un effetto abbastanza eclatante. I meteorologi hanno creato un paradosso chiamato “ effetto farfalla ”: “ Il battito delle ali di una farfalla in una foresta tropicale può avete come effetto un ciclone dall’altra parte del pianeta ”. Non può essere un effetto piccolissimo che crea effetti eclatanti, ma in sistemi complessi potrebbe essere che piccoli effetti in determinate condizioni possano scatenare una reazione a catena che scatenerà effetti eclatanti. Quindi non esiste una sola causa , piccole cause possono nel tempo produrre grandi effetti (“scostamenti marginali”) Gli scostamenti marginali sono una teoria emanata da uno studioso che si occupava dei comportamenti aggressivi. Studiando la genesi del comportamento aggressivo , individua l’età in cui si stabilizzano i comportamenti aggressivi. Ha fatto delle osservazioni nella scuola primaria e nota che questi comportamenti sono già presenti. Allora osserva i bambini dell’asilo nido e capisce che certi comportamenti non sono intenzionali. Allora prova nella scuola dell’infanzia , ma anche in questo caso non vede atteggiamenti aggressivi. Torna alla primaria e vede che ci sono piccole cose, impercettibili , degli scostamenti dal comportamento che ci si aspetta. Piccoli scostamenti marginali , che se si ripetono e si concatenano tra di loro, possono nel periodo medio- lungo portare ad effetti eclatanti. Ruolo attivo della mente umana!!!! Non solo ci sono tante variabili che interagiscono per spiegare il nostro comportamento, ma ognuno di noi le percepisce in modo diverso. Ogni persona da un significato a quello che succede, tra le variabili, gli stimoli e le risposte. Noi elaboriamo, interpretiamo. Esempio: se io saluto una persona che conosco, e questa non mi saluta, lo stesso evento che viviamo io e questa persona può essere interpretato in maniera diversa da entrambi Non è l’esperienza in sé, ma è la percezione che noi abbiamo dell’esperienza Questa è la ragione più importante per cui i modelli deterministici sono stati superati. La nostra mente non si accontenta di incamerare i concetti che ci vengono spiegati, ma è anche in grado di elaborare in maniera diversa le informazioni e produce idee e pensieri sempre nuovi GUARDARE VIDEO SULLA PERCEZIONE (slides) COGNITIVISMO

Il ruolo attivo è stato considerato da una scuola psicologica che è il cognitivismo. Nasce negli anni ’50 del 1900. Questa scuola si chiama cognitivismo perché ha studiato i processi cognitivi di elaborazione e organizzazione degli stimoli. Negli anni ’30 vigeva il comportamentismo , che usava i modelli deterministici. In opposizione a questi, i cognitivisti decidono di studiare il funzionamento della mente , concentrandosi su questo si possono creare delle macchine che ragionino come gli uomini. Per questo motivo sono nati i primi computer, e ancora oggi si cerca di creare. L’obiettivo di questa scuola era di costruire modelli di funzionamento mentale Questa scuola psicologica è importante perché mette l’enfasi sul ruolo attivo della mente umana. Essendo la mente umana attiva, non si possono più usare modelli deterministici perché ogni persona percepisce gli stimoli in maniera diversa COSTRUTTIVISMO Un’altra scuola che ha dato importanza al ruolo attivo della mente umana è stato il costruttivismo fondato da Jean Piaget. È necessario un certo sviluppo su cui costruire l’intervento educativo oppure l’azione educativa anticipa lo sviluppo per promuoverlo? Piaget ha rilevato che i bambini hanno alcune idee che non sono frutto di insegnamento , ma sono costruite dai bambini stessi. Per esempio, i bambini quando gli viene detto che nascono dalla pancia della mamma, danno per scontato che sia perché le loro mamme hanno mangiato qualcosa che è andato nella loro pancia. I bambini costruiscono da soli certe idee. Certi bambini usano parole che non sono frutto di costruzioni di persone adulte , è stato costruito dai bambini. Inoltre, Piaget ha notato che i bambini costruiscono la loro conoscenza , secondo lui bisogna aspettare che il bambino costruisca la sua conoscenza e poi procedere con l’insegnamento. La struttura mentale si modifica nel tempo attraverso processi di assimilazione e accomodamento finalizzati all’equilibrio. L’azione educativa deve aspettare che ci sia un certo livello di maturazione , ma in questi processi intervengono processi esterni come Assimilazione  una conoscenza nuova la acquisiamo e diventa parte di noi , la inseriamo nell’idea che già abbiamo Accomodamentomodificare una realtà esterna , discrepante con l’idea che si ha di questa realtà. Fosse tutto assimilazione : sarebbe noioso, verrebbero sempre percepite le stesse cose. Fosse tutto accomodamento : ci sarebbero sempre cose nuove, le conoscenze che già si hanno non servirebbero ad assimilare i concetti nuovi. Adattamentostar bene nel proprio contesto ed essere efficaci È dato da un equilibrio tra processi di assimilazione ed accomodamento. L’individuo è attivo nella costruzione di questo equilibrio dinamico tra assimilazione e accomodamento. L’intelligenza è un po’ il frutto tra questo equilibrio tra assimilazione e accomodamento. L’intelligenza  è la migliore forma di adattamento , infatti secondo Piaget le persone più intelligenti sono quelli che hanno più capacità di adattamento. L’essere umano è l’essere più intelligente che ci sia sulla terra, perché ha una grandissima capacità di adattamento (climatico, a situazioni diverse…). Riesce a trovare degli equilibri tra mutazioni di situazioni diverse. Le interazioni individuo-ambiente Le cause dello sviluppo, le ragioni dei nostri comportamenti, sono sempre legati a quello che noi siamo e dove ci troviamo.

In quest’ottica di interazione individuo-ambiente si privilegia l’ analisi dell’ambiente così come esso è percepito (quale significato l’individuo ha dato a quell’esperienza), perché l’individuo reagisce sulla base delle percezioni, non sulla base dell’oggettività La considerazione della variabile tempo La stessa esperienza vissuta in momenti diversi della nostra vita produce effetti diversi Per esempio, la perdita dei genitori : la reazione può essere diversa in base a quale momento della mia vita perdo il genitore (bambini, adolescenza, età adulta, anziano) La stessa esperienza, a seconda del momento della vita in cui la affrontiamo ha un impatto diverso (reazioni, scelte…) Si considera il tempo perché il nuovo pensiero vede lo sviluppo dell’individuo in corso per tutta la vita. IMPORTANZA DEL PRESENTE

  • Perché è in esso che si valutano le opportunità e i vincoli per fare certe scelte (pro e contro). Questi contribuiscono a modificare la traiettoria di sviluppo
  • Possono verificarsi eventi particolarmente significativi
  • Si pone maggiore attenzione ai punti di svolta , si decide in questi momenti di fare dei cambiamenti La grande sfida è quella di delineare i possibili percorsi di sviluppo , lungo una sequenza temporale, che tengano conto delle variabili critiche e del loro possibile intreccio. Il modello di sviluppo è legato a passato presente e futuro
  • Passato : ognuno di noi ha un percorso di maturazione e possiede delle influenze biologiche passate. Inoltre, abbiamo un bagaglio di esperienze
  • Presente : noi siamo l’individuo attivo, il nostro passato ci influenza. Esso sta al centro della propria vita. Oltre che dal passato è influenzato da ciò che succede in quel momento ( stato attuale dell’organismo ). Anche i nostri contesti attuali ci influenzano. Date queste influenze, l’individuo mette in atto dei comportamenti/azioni. Questi comportamenti hanno un effetto di ritorno (soddisfazioni…) anche sull’ambiente. Nello schema ci sono delle frecce bidirezionali perché le influenze sono reciproche, anche sul passato. Il passato ci influenza per il significato che noi gli diamo, ma con il tempo questo significato può cambiare - Futuro : è un percorso incerto , ma per esso si fanno comunque dei progetti. Ognuno di noi nel proprio percorso di vita fa delle scelte. Queste scelte vanno a costituire dei percorsi di sviluppo. Il compito dell’insegnante è capire il percorso di sviluppo del bambino, in che momento del suo percorso esso si trova e come questo è stato in passato COME AVVIENE LO SVILUPPO? Attraverso processi di continuità e discontinuità , che possono avvenire durante tutto il percorso di vita. La prospettiva del ciclo di vita introduce una dimensione temporale di sviluppo molto ampia. Molto spesso si studiano continuità e discontinuità tra i diversi periodi del ciclo di vita di una persona. Concetti di stadio e fase Utilizzati dai modelli tradizionali per spiegare la continuità e la discontinuità dei comportamenti lungo l’età evolutiva (inizio con la nascita, finisce con l’adolescenza) Essi individuano dei modi diversi di affrontare il mondo , caratteristici di un’età e diversi lungo il tempo Secondo Piaget, tutti i bambini dai primi mesi fino a un anno e mezzo conoscono il mondo attraverso i loro sensi (toccano, assaggiano…) I bambini conoscono il mondo attraverso percezioni e azioni. Ad un certo punto essi diventano in grado di parlare, conoscono il mondo anche attraverso la parola (chiedono, ripetono, mostrano). Si inizia a conoscere anche attraverso il pensiero. Secondo Piaget, all’interno dello stesso stadio c’è continuità nello sviluppo (tutti i bambini fino ad un anno e mezzo conoscono attraverso i sensi). Tra uno stadio e l’altro c’è invece la discontinuità , conoscono in modo

diverso rispetto a prima (con il passaggio ad una nuova fase, iniziano ad utilizzare la parola, quindi conoscono il mondo anche attraverso il pensiero). Quando troviamo bambini nello stesso stadio di sviluppo, ci si aspetta

  • Scarsa variabilità interindividuale , poche differenze tra i bambini - Scarsa o nulla variabilità intraindividuale , cioè pochissime differenze all’interno dello stesso individuo nelle modalità di ragionamento. La sua modalità di conoscere il mondo è sempre la stessa