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Lingua e linguistica portoghese; lezioni teoriche di linguistica portoghese.
Tipo: Apuntes
1 / 21
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La lingua portoghese nasce dal latino a Galizia nel IX secolo, e ci sono circa 234.170.
di parlanti di questa. Il portoghese è tra le lingue più parlate nel mondo (nel posto numero sei) ed
è una lingua oggigiorno in crescita. Se parliamo della demo-linguistica di questo linguaggio,
occorre sottolineare que i paesi dove si parla il portoghese hanno un ritmo di crescita
demografica media, ma destinata a non sparire. È anche una lingua ufficiale molto presente nei
diversi associazioni politici.
Il portoghese viene parlato nel Brasile, Portogallo, Angola, Mozambico, São Tomé e Principe,
Cabo Verde, Timor Este, Guinea-Bissau, e in aggiunta in Macau, che si trova nella Cina.
Accanto l’inglese, il portoghese è l’unica lingua che si può incontrare distribuita in quattro
continenti. Il fatto che non ci siano dei paesi lusofoni vicini tra di loro colpisce alla crescita della
demografia lusofona. Per esempio, il Brasile si trova circondato dai paesi con tradizione
hispanofona.
A livello geopolitico questa lusofonia è stata concretata nel CPLP nel 1996 (Comunidade dos
Países de Língua Portuguesa), e dopo è stata creata anche per l’Africa cosiddetta PALOP (Países
Africanos de Língua Oficial Portuguesa). L’Africa in un futuro diventerà la base per il sviluppo della
lingua portoghese. Questa lingua è una lingua pluricentrica, dato che non ha soltanto un solo
centro base quanto tanti centri diversi, anche se non tutti abbiano lo stesso valore ricevuto da
ogni varietà.
Secondo lo schema di Kachru, possiamo dividere la lingua portoghese in tre circoli:
innanzitutto c’è il circolo interno dove la lingua portoghese non è solo la lingua ufficiale ma anche
la lingua materna dei parlanti. Questo è quello che succede con il Portogallo e il Brasile; a
continuazione troviamo il circolo esterno, cioè, quello che comprende i paesi che hanno il
portoghese come lingua ufficiale ma non come lingua materna; e alla fine sarebbe il circolo
dell’espansione, dove tale lingua non avrebbe nessun altro ruolo che quello di operare come
lingua veicolare tra persone che non condividono la stessa lingua, opererebbe insomma come
lingua franca.
Le due grande varietà che si distinguono nella lingua portoghese sono quella brasiliana e quella
europea.
Come dicevamo prima, il portoghese è considerato teoricamente come una lingua
pluricentrica, ma difatti è un bicentrismo quello che gli caratterizza. Per concretare un po’
abbiamo già detto che il portoghese è lingua ufficiale in altri paesi ma:
non dialetti, e da questo fatto nasce la necessità di una lingua veicolare).
tanti altri.
Variazioni diatopici
Le lingue non sono identità fisse ma variano, sopratutto attraverso lo spazio.
Esempio:
Autocarro Onibus Machimbombo
Le variazioni statali si differenziano sopratutto nel lessico e la pronuncia. Statalismi sono tutte
quelle parole tipiche che si trovano soltanto in un luogo concreto, sono dei termini specifici di
varietà statale.
Esempio:
Pequeno-almoço Café da manhã Mata-bicho
Frigorífico Geladeira Geleira
Da un’altra parte parliamo di geosinonimi rispetto alle parole legate a un determinato territorio ma
che hanno dei sinonimi in altri luoghi; per esempio, sempre nel Portogallo, per denominare un
espresso possiamo trovare delle varianti nelle diverse città, mentre a Lisbona lo chiamano bica , a
Porto lo chiamano cimbalino.
Variazioni diacroniche sono quelle variazioni della lingua che si susseguono nel tempo; non è lo
stesso il portoghese de Camoes che quello attuale.
Variazioni diastratiche ; nel registro della lingua, la situazione o il contesto in cui si usa la lingua
riguarda alla modalità linguistica usata. La lingua varia secondo il registro più formale o informale
che esige il contesto sociale.
Esempio:
Inf. Neutro Form
Il portoghese è nato nell’epoca della romanizzazione della Penisola Ibérica, nel territorio
della Gallaecia, sotto la denominazione di lingua galaico - portoghese. Il superstrato latino ha
contato sulle lingue di sostrato e ha cominciato, non subito ma progressivamente, ad alterare il
latino parlato. Le lingue di sostrato che hanno trasformato il latino nella galleria sono stati il proto -
vasco e il celtico. Questo spiega perché il portoghese sia profondamente diverso dal castigliano.
Posteriormente, nel V secolo con gli invasioni germaniche, non abbiamo visto lo stesso effetto
dato che non hanno appena lasciato traccia nella lingua e il loro passaggio è stato quasi
indifferente dal punto di vista linguistico. Troviamo delle parole di origine germanico come ganso ,
luva e íngreme. Quello che sì è interessante è il fatto che questa invasione abbia diviso la penisola
poco a poco fino che sono apparse le diverse varietà linguistiche.
Nel 711 a.C., c’è l’invasione arabe. Hanno fatto fatica a conquistare il nord della peninsola,
ma questa invasione lascia più traccia nelle lingue; ci sono circa 400 parole del portoghese che
vengono dal arabo: açucar, aldeia, alecrim, alfandega, algodão… Con la riconquista è stato
formato il Condado Portugalese, che è il nucleo storico originario dell’attuale Portogallo e da
questo punto si amplierà fino a conformare tutta la costa litorale della penisola. È per questo che
Portogallo è uno dei paesi più antichi, anche a livello amministrativo e politico.
Con rispetto all’aspetto più formale, la lingua portoghese ha a sottolineare due
caratteristiche che servono a difendiate questa lingua romanza delle altre.
SALIRE > sair
DOLORE > door > dor
MANUM > mão
BONUM> bõo > bom
PLICARE > chegar
CLAVE > chave
FLAMMA > chama
SĔPTEM > sete
MŎRTEM > morte
Espansione pluricontinentale; le scoperte portoghese.
I portoghesi sono partiti per prima volta nella metà del quattrocento. Vasco da Gama, 1498,
scopre l’India, (Goa); Pedro Àlvares Cabral, 1500, scopre il Brasile ma fino al 1532 non tomano
possessione di questo paese (c’è una lettera sul ritrovamento del Brasile).
< g > [ g ] Gavião
[ ʒ ] Girafa,
viagem
[ ɛ ] Canela
[ e ] Caneta
[ ɨ ] Pedal
< e > [ j ] Mealheiro
[ ɐ ] Espelho
[ j
̃ ] Mãe
[ i ] Educar
< c > [ k ] Cabide,
claro, acre
[ s ] Cigarro,
hélice
[ s ] Sapato,
balsa
< s > [ z ] Riso, casa
[ ʃ ] Lápis, astro
[ ʒ ] Asno, vesgo
[ ʃ ] Xaile,
exceção
< x > [ z ] Exame,
exemplo
[ s ] Máximo,
trouxe
[ ks ] Tóxico, sexo
La fonetica si occupa dei foni, dei suoni descritti nella loro materialità. Fonologia si
occupa dei suoni specificamente differenziati, è il piano astratto del suono che ci serve per
capire quali fonemi sono importanti per una lingua.
Per verificare se due foni sono fonemi si ricorre alle prove di commutazione, che danno
vita a coppie minime. Il sistema fonologico portoghese ha 34 …
Fonemi /ɾ/ e /ʀ/ Variantes brasileñas :( [ h ], [ x ], [ɣ] )
Caro [‘kaɾu] Carro [‘kaʀu]
Muro [‘muɾu] Murro [‘muʀu]
Calor [ka’loɾ] Roda [‘ʀɔdɐ]
Questi suoni sono in distribuzione complementari, cioè, nella stessa parola non possono
stare i due suoni. Un allofono o variante combinatoria di un fonema è una realizzazione
fonetica (o fono) che in una determinata lingua non ha carattere distintivo, ma si trova a essere
in distribuzione complementaria con gli altri allofoni dello stesso fonema. La variante
combinatoria utilizzata viene scelta dal contesto in cui è usata.
Fonema /t/ Due allofoni per lo stesso fonema
PT : tia [t]
BR: tia [tʃ]
Fonema /l/ Due allofoni
[l] - lápis, [‘lapiʃ]
[ɫ] - salto, [‘saɫtu]
*PT - Final de sillaba [ɫ]: salsa [‘saɫsɐ] l velarizata
BR - Final de sillaba [w]: salsa [‘sawsɐ] l semivocalizata
Fonema /s/ Tre allofoni
[ʃ] - pasta [‘paʃtɐ]
[z] - os olhos [uz’oʎuʃ]
[ʒ] - pasmo [‘paʒmu]
Neutralizzazione del fonema /s/ in fine di parola. La -s- alla fine di parola sempre suona [ʃ].
Ess.: As grandes áreas [ɐ ʒ ’gɾɐ̃dɨ z ’aɾjɐ ʃ ]
/j/ (iod) - pai [‘paj]
/w/ (uau) - pau [‘paw]
Dittonghi orali
In portoghese soltanto ci sono dei dittonghi decrescenti cioè. La semivocale è sempre il
secondo componente del dittongo.
[uj] - cuidado
[oj] - boi
[ɔj] - rói
La differenza tra [o] e [ɔ] è nella tilde grafica della parola. Soltanto in BR succede lo stesso con
[e] e [ɛ].
[ɐj] - lei / papéis
[aj] - pai
[iw] - riu
[ew] - seu
[ɛw] - céu
[ɐw] - saudade (In BR non esiste; si usa sempre [aw])
[aw] - mau
Dittonghi mancanti
Dittonghi nasali [ j
] e [ w̃ ]
[ɐ̃j
] - mãe, pedem, bem : ,
[õj
] - põe
[ɐ̃w̃] - cão, não, falam
[ũj
] - muito, ruim
Il portoghese brasiliano ha di base un sistema vocalico mentre il portoghese europeo è più
consonantico.
Innanzitutto, l’accento in portoghese è un accento intensivo, aumenta l’intensità della
voce nella sillaba; è un accento distintivo dato che serve a distinguere delle parole omografe; ed
è un accento libero perché si può spostare di una sillaba ad un’altra. La lingua portoghese
accenta prevalentemente nella penultima sillaba.
L’accento acuto apre la vocale
L’accento grave si da nelle preposizione articolate: a + a = à / a + as = às
L’accento circonflesso, invece, chiude: português [e]
Parole ossitone, tronche
Le parole sono tronche quando terminano in consonante o dittongo, e sono quelle accentuate
nell’ultima sillaba. Gli eccezioni sono quelle con l’accento grafico.
Ess.: Avó, chapéu, café, sofá
Parole parossitone, piane
Le parole piane sono quelle que finiscono in vocale, e anche, gli eccezioni sono quelle
accentuate.
Ess.: Açúcar, cadáver, móvel, fácil.
Parole proparossitone, sdrucciole.
Le parole sdrucciole vengono sempre accentuate e hanno l’accento nella terzultima sillaba.
Ess.: abóbore, árvore, fósforo, música, súplica.
L’accento ha un valore fonologico, perché serve a distinguere delle parole.
Ess.: sábia (aggettivo)/ sabia (verbo) / sabiá (sostantivo).
L’accento in portoghese è libero e di solito accade in tre posizioni, diventando le parole tronche,
piane, oppure sdrucciole.
Ess.: comprávamo-la; disséramos-lhes
Regola dell’accento
A palavra que termina em vogal, o cento cai na penúltima sílaba: ga-to; li-vro; bo-ni-to
A palavra que termina em sílaba pesada, o acento cai na última sílaba.
Eccezioni:
1- Quelli con gli accenti; sono tutte graficamente marcate: lápis, carácter, órfã
2- “Finestra delle tre sillabe”, restrizioni prosodiche:
Se dicono che il portoghese accenta prevalentemente sulla penultima sillaba, le parole tronche e
sdrucciole dovrebbero essere eccezioni, ma quello non è mica vero; l’accento in portoghese
dunque, per fare una regola più ampia, cade sull’ultima sillaba della radice, non tanto della parola,
così regolarizzeremo le parole tronche che finiscono in consonante.
a) L’accento non cade sulla terzultima sillaba quando la penultima è chiusa da
consonante (NE.FAS.TO)
b) L’accento non cade sulla terzultima sillaba quando la penultima contiene un
dittongo (CA.LOI.RO)
c) L’accento non cade sulla terzultima sillaba…
L’accento nei verbi
Tempi del presente: L’accento cade sulla radice (e perciò queste parole sono anche chiamate
rizotonici).
Ess.: CANT-O, BEB-AS, PART-EM
Tempi del passato: L’accento cade sulla vocale tematica (sono detti anche rizoatoni).
Ess.: CANT-A-VA, BEB-E-U, PART-I-RAM
Tempi del futuro: L’accento cade sulle desinenze temporali (sono detti anche rizoatoni).
Ess.: CANT-A-REI, …
La lingua portoghese, nell’ultimo secolo, ha avuto quattro riforme oppure accordi ortografici.
L’ultima è stata quella “assinada” nel 1990, vigente dal 2009 (AOLP90).
Tranqüilo = Tranquilo
Pára-quedas = paraquedas
I dittonghi ei e oi smettono di essere accentuati
Idéia = ideia / Heróico = heroico
Vêem = veem
*Eccezioni: PT - contacto, facto, impacto / BR - contato, fato, impato
Acção = Ação
Pára = para
Si occupa della struttura delle parole e come, appunto, queste forme cambiano per creare
diversi significati.
meccanismo che non si presta a molta creatività perché segue delle regole.
Ess.: aluno, aluna, alunos, alunas
Ess.: norma, normal, normalizar, normalização
1. Genere in diacronia
Portoghese antico
O árvore
A cometa
A fim
O linguagem
Portoghese moderno
A árvore
O cometa
O fim
O linguagem
2. Genere in diatopia
Portoghese europeo
A avestruz
A sanduíche
O grama
O/A síndrome
Portoghese brasiliano
O avestruz
O sanduíche
A grama
O/A alface
La flessione dei generi, però, può venire fatta soltanto con i nomi che si riferiscono agli
esseri animati.
Es.: LIVR-O ǂ LIVR- A*
Ci sono dei falsi doppi generi come “porta” e “porto”, due Paroli diversi che non vengono
creati con la stessa parola; è una variante flessiva ma hanno degli accezioni dispari. Sono delle
alternanze di genere che cambiano anche il significato.
Mozione : processo di passare da un genere all’altro; da maschile a femminile. Viene fatto
con una semplice sostituzione della -o > -a.
Es.: alun-o > alun-a
sostituzione ma mediante aggiunta.
Es.: professor > professor-a
Il passaggio può essere ottenuto anche prendendo altre parole, cambiando basi lessicali.
Es.: boi > vaca
A volte può esserci però un contrasto di genero che può essere ascoltato ma che non è stato
accettato. Sono trasformazioni di nomi maschili a nomi femminili.
Es.: poeta > poetisa*
sargento > sargenta*
La distinzione tra maschile e femminile è sentito tra gli uomini comme una perdita di potere, e c’è
anche un aspetto concreto nella linguistica dove possiamo vedere riflesso questo fatto. Il
passaggio cambia da essere flessivo ad essere derivativo.
Es.: conde > condessa*
Sottospecificati; sono quelli termini che rimangono con la stessa forma e quello che
variano per distinguere il genere è l’articolo.
Es.: pacie- nte; ama- nte
Problemi del femminile
1. Nomi “sobrecomunus”
Sono quelli che sono al di sopra di due generi: a pessoa, a gente, a criança… Hanno un
genere grammaticale ma non fanno un riferimento al sesso morfologicamente.
2. Nomi “comuns-de-dois”
Sono i termini comuni ai due generi, i quali si distinguono attraverso l’articolo: o artista /
a artista; o bebê / a bebê
3. Nomi epiceni
Sono tutte le parole che hanno un solo genero inerente, indipendentemente dal sesso
(animali): a baleia (maschio/ femmina)
Commutazione per derivazione
Lat. -tor > -trix // Imperator > imperatriz
Embaizador > embaizadora o embaixatriz
Lat. > -trix / - driz // debulhadora, frigideira
La forma singolare finisce in vocale o dittongo, -ø > -s
Per fare il plurale devo aggiungere il morfo -s che indica il morfema plurale
O alm[o]ço > os alm[ɔ]ços
O j[o]go > os j[ɔ]gos
O p[o]vo > os p[ɔ]vos
Se la forma singolare finisce in consonante (distinta di -l), il morfo prende forme diverse
secondo dove si trovano. -ø > es
Es.: lat. manus > manos = port. mão > mãos
Questa forma è una delle più problematiche del numero portoghese dato che fa il plurale in tre modi
diversi.
Quello che abbiamo visto con il latino manum, succede nello stesso modo con le parole latine che
finiscono in -anem > -anes (- ães); e anche con le parole latine che finiscono in -onem > -ones (ões).
Es.: leão > leões
Ma si uno usa la diacronia per spiegare la sincronia gli eccezioni sono inumerabili
Es.: capitão > capitães
bênção > bênçãos
verão > verãos o verões
ancião > anciãos o anciões o anciães
In più, il lessico portoghese non è interamente di origine latino; per esempio, ci sono delle parole di
origine arabo come limão > limões
-ões : non è solo normalmente quella che viene messa per i neologismi ma è anche usata per i
portoghesi in caso di dubbi con il plurale di qualcuna parola in modo che le parole sbiluooano dei
plurale diformi
Es.: cidadão > cidadões [Questa è una regolarizzazione per via analogica della parola i
singolare, si colloca la terminazione la più produttiva nella lingua portoghese].
-ães : (1,58 %) delle parole hanno questa modalità del plurale de -ão; è quantitativamente infimo.
-ãos : (3,14%) soltanto presentano questa modalità:
i monossilabi tonici
le parole parossitoni
altre: cortesão, cristão, irmão, pagão, corrimão…
La convergenza disorientante che ha veramente creato questa situazione è venuta prima,
con il portoghese antico, dove termine latine diverse che finivano in -am, -em, -om, gli hanno fatto
convergere in un solo dittongo nasal, -ão; un singolare uguale che dopo non riusciamo a fare
convergere con i diversi plurali. Questo unico dittongo nasale -ão è la vera irregolarità.
Le forme derivate dei nomi con il plurale in -ões fanno la vocal tematica del plurale.
Es.: limão > lim o nada
Per fare il femminile dei termini che finiscono in -ão:
Es.: irmão > irmã
-oes)
Es.: leão > leoa
Es.: comilão > comilo n a
I “plurali fantasma” sono plurali che esistono ma che sono davvero residuali e non si usano
quasi mai, non sono veramente plurali produttivi con rispetto al plurale di “-ão” che si fa “-ões”.
Secondo questa spiegazione, il vero plurale di “-ão” è “-ões”, mentre -ães e -ãos sono dei plurali
fantasmi.
*Refrão > refrãos / refrães ; questa parola non fa il Plura con la desinenza produttiva perché
è così ristretto il suo uso che non ha bisogno di sviluppare un plurale più produttivo.
Nomi non numerabili
Il genero non sempre si può commutare, ma il numero si può sempre cambiare, per quello è
la categoria la più flessiva. Ma noi possiamo distinguere tra numeri numerabili e quelli non
numerabili, quelli che soltanto hanno la forma plurale o forse singolare. Per quelle singolari parliamo
di “singularia tantum”.
Es.: alegria, frio, beleza, justiça, socialismo…
Ma, se gli usiamo in modo metaforico possiamo fare il suo plurale, con un’intenzione più
stilistica e literais, dunque non potremmo veramente parlare di nomi solamente con forma singolare.
Invece, ci sono de “pluralia tantum” , parole che hanno soltanto la forma plurale, sia per l’origine
etimologico sia perché nominano degli oggetti composti da diversi parti.
Es.: costas, férias, óculos, paragens…
I “pluralia tantum”, come macro-categoria, si prestano a dividersi, ma con una certa logica, in
esclusivi, inclusivi, e univoche:
un altro significato.
Es.: paragens - paraje (lugar, paisaje)
parage - parada del bus
C’è un valore del plurale che non coincide con il singolare; il singolare se lo metti al plurale cambia il
significato.
Pluralia tantum inclusivi: a differenza dell’altro, il singolare ha lo stesso significato che il plurale e
coincidono. Io posso utilizzare il plurale con il significato sia singolare che plurale (con il singolare
continuo a nominare un oggetto plurale).
Es.: calça = calças
Pluralia tantum univoche: non prevedono il singolare.
Es.: núpcias, afazeres, parabéns…
Plurali dei nomi composti
bomba-relógio bombas-relógio
recém-nascido recém-nascidos
guarda-chuva guarda-chuvas
couve-flor couves-flores
obra-prima obras-primas
*Eccezioni: bom > boa; português > portuguesa; -dor, -tor > -triz; judeu > judia; sandeu > sandia.
Anteposto al nome (non si può spostare)
Es.: Bom dia
Posposto al nome (aggettivi di relazione; sequenza obbligatoria)
Es.: O partido comunista
Ci sono aggettivi che possono essere anteposti o posposti all’aggettivo. A volte, però, la
posposizione o anteposizione determinano l’interpretazione dell’aggettivo stesso.
Es.: um velho amigo
um amigo velho
Aggettivi graduabili : si prestano ad essere diminuiti o aumentati
Es.: bello > bellissimo
Aggettivi non graduabili : derivano dal nome e non si prestano ad essere trasformati
Es.: ambiental
Variazioni di grado positivo
Si presta ad essere aumentato o diminuito; la variazione di grado si ottiene mediante:
Teoria analitica: i comparativi con avverbi o locuzioni avverbiali
Es.: mais/menos… (do) que
tão … como
Teoria sintetica: superlativo assoluto con suffissi come -issimo; -imo; -errimo.
Forme dal latino che il portoghese ha conservato
Alterazioni: procedimento morfologico che serve a dare il punto de vista del parlante, a
descrivere la percezione che si ha. Quando uso un alterato io do un valore soggettivo e un giudizio
di valore. Gli alterati sono i diminutivi e gli aumentativi.
Affissione valutativa
Valutativo : l’uso che si fa degli affissi può variare della dimensione oggettiva che presenta
un oggetto alla dimensione soggettiva esprimendo un giudizio personale e connotandola con un
altro significato.
Es.: esta casinha / minha casinha
I. Suffissi diminutivi: LIVR-INHO DED-ITO
II. Prefissi e suffissi aumentativi: MEGA-LIVRO DED-ÃO
III. Suffissi peggiorativi: CHEIR-ETE REVIST-ECA
IV. Prefissi e suffissi valutativi: SUPER CARRO MULHER-AÇA
Uso estensivo degli alterati anche con forme nominali e verbali che non vengono usate in italiano,
per esempio, agorinha, adeussinho, depressiva, obrigadinho…
Vengono usati, sopratutto due suffissi:
inho/a : quando la parola finisce in consonante oppure per i sostantivi con tema in -a, -e, -o con
parole del lessico comune e un numero ridotto di sillabe.
zinho/a: quando la parola finisce in vocale oppure per i sostantivi atematici (dittonghi e accentati)
oppure quelli in tema -e con un lungo numero di sillabe.
Plurale degli alterati
Casa > casinhas
Flor > flores > flórêzinhas
1. Flessione pronominale
Eu - Mim - Me - Comigo
Caso grammaticale; il passo del latino alle lingue romanza ha soppresso i casi, a eccezione
della flessione pronominale che è un tratto del latino. Parametro del soggetto nullo: spesso io posso
esprimere un’azione senza avere bisogno espresso di specificare il soggetto. Lingue pro-drop.
Es.: (YO) Voy a cine
(EU) Vou ao cinema*
*Il brasiliano si sta spostando ad essere una lingua non pro-drop
2. Pronomi personali soggetto
Eu / Tu / Ele, ela / Nós / Vocês / Eles, elas
Per quanto riguardo al criterio di posizione e distribuzione, questi pronomi dato che sono
tonici, hanno più libertà per spostarsi. Non altrettanto, si può dire dei pronomi atoni oppure clitici.
Questi pronomi si appoggiano nel verbo e di conseguenza, devono attaccarsi a loro quanto sia
possibile.
3. Pronomi personali atoni (clitici)
OGGETTO DIRETTO OGGETTO
INDIRETTO
RIFLESSIVO
me me me
te te te
Es.: Podes enviar a mim o livro > pode enviar-mo
5. Pronomi allocutivi
Sono quelli pronomi che usiamo per dirigerci a un altra persona.
Il portoghese è l’unica lingua romanza che mantiene il tratto conservativo di attaccare i
pronomi clitici alla fine del verbo, dipendendo sempre dal contesto.
Collocazione dei clitici
Enclisi: vi- as ontem
Proclisi: nao as vi ontem
Frasi negativi: os cães não s assustam
Quantificatori: todos os cães a assustam
Avverbi: só os cães a assustam
Congiunzioni: A Ana disse que o sabia
Relativi: A rapariga que te ama
Interrogativi/Esclamativi: Quem te viu?
Mesoclisi: vê- las -ei (si usa per il futuro e il condizionale)
*Secondo la legge Tobler-Mussafia i pronomi clitici non possono stare nell’inizio di frase.
6. Pronomi possessivi
*BR: seu, sua
**BR: dele, dela
7. Pronomi relativi
Es.: O homem que ri
Es.: A pessoa de quem estás a falar…
lho lhes + o,a lha
PORTOGHESE BRASILIANO
TU TU / VOCÊ
VOCÊ
O SENHOR O SENHOR
A SENHORA A SENHORA
meu, minha nosso, nossa
teu, tua* vosso, vossa
seu, sua** seu, sua
Es.: O exame para o qual ela estudou
Es.: O rapaz cujo pai é português
8. Pronomi demostrativi
Serie tripartita sulla base del rapporto tra l’interlocutore e quello che ascolta, e la loro vicinanza:
Este / Esta / Estes / Estas / Isto
Esse / Essa / Esses / Essas / Isso
Aquele / Aquela / Aqueles / Aquelas / Aquilo
*Il futuro congiuntivo e il infinito personale sono una traccia
dell’aspetto conservatore della lingua portoghese.
Flessione verbale: coniugazione
Ci sono dei verbi che sfuggono di questa casistica e non hanno una vocale tematica; si
coniugano a secondo della seconda coniugazione e la vocale tematica può ricompare in alcuni
derivati.
Es.: pôr < Poer (depoente)
Alcuni verbi, nel passaggio del latino al portoghese, hanno evoluto in diversi coniugazioni di
quella di origine, dato che le quattro coniugazioni latine si devono coniugare soltanto in tre nel
portoghese.
Es.: cair < caer
Quanti verbi ha la lingua portoghese?
1ª coniugazione - 13.
2ª coniugazione - 788
3ª coniugazione - 742
I verbi irregolari sono tutti della seconda e della terza coniugazione appunto per lo stesso motivo.
MODI FINITI MODI NON FINITI
Indicativo Infinito
Congiuntivo Gerundio
Condizionale Participio
Imperativo
1ª - A 2ª -E 3ª -I
FAL-A-R BEB-E-R PART-I-R
È l’unica coniugazione produttiva perché è dove
vanno a finire i neologismi