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RIASSUNTO DEL TESTO DI VON HERMANN "IL CONCETTO DI FENOMENOLOGIA IN HEIDEGGER E HUSSERL
Tipo: Apuntes
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Il concetto di fenomenologia in Heidegger e Husserl
Friedrich-Wilhelm von Hermann
Scopo del libro è indagare il concetto di fenomenologia nell’opera di Husserl e Heidegger, individuando continuità e differenze. La posizione di fondo tra i due filosofi non risiede semplicemente nel fatto che se per il primo la fenomenologia riguarda la coscienza, per l’altro ha come oggetto l’Esserci. Non è una distinzione puramente tematica o oggettuale. Vi è, infatti, sempre un ambito comune che permane come sfondo, al di là del diverso percorso intrapreso dagli autori. Von Hermann prende le mosse dal paragrafo 7 di “Essere e Tempo”, definito “tematico”. Qui Heidegger si richiama al proprio maestro in maniera volutamente ambigua e indeterminata. Egli osserva che la fenomenologia non è una disciplina, come la metafisica o l’ontologia, ma un metodo, o meglio “un concetto di metodo”, vale a dire, un metodo non ancora determinato in base a delle regole e degli ambiti oggettuali. Essendo un metodo siffatto non è subordinato né a un punto di vista né a una corrente. Heidegger pone il rifiuto del punto di vista e di una direzione secondo due tonalità. La prima lo porta a convergere con la concezione husserliana della fenomenologia, espressa secondo il principio dell’assenza di presupposti per un ritorno alle cose stesse. Anche per Husserl, la fenomenologia è un metodo che non costituisce l’oggetto tematico della ricerca, ma il come, il modo di condurla. Nella secondo tonalità, però, Heidegger prende le distanze da Husserl sostenendo che, proprio perché libera da qualsiasi presupposto, la fenomenologia non può nemmeno coincidere con qualsiasi corrente non solo filosofica, ma fenomenologica, già data. La fenomenologia è una possibilità di metodo. Non si deve anticipare come essa debba essere. Questa è una delineazione del metodo fenomenologico in chiave puramente negativa. In chiave positiva è centrale il principio del ritorno alle cose come sono in sé stesse, strettamente associato, nella trattazione di Husserl, al concetto di evidenza, ossia il pervenire delle cose alla vita spirituale. Heidegger mantiene l’importanza dell’evidenza, senza caricarla del significato datogli dal filosofo di Loviano. Elabora quindi una distinzione tra concetto formale e concetto fenomenologico di fenomenologia. L’aspetto che accumuna Heidegger a Husserl si ferma al concetto formale di fenomenologia. Le differenze emergono invece quando si tratta di de- foramlizzare tale concetto. Per concetto formale di fenomenologia si intende la delineazione della disciplina indipendentemente dal suo rapportarsi a un contenuto concreto. Heidegger analizza le due componenti della parola fenomenologia: il fenomeno e il logos. Fenomeno è ciò che si mostra in sé stesso, vale a dire ciò che è manifesto e, manifestandosi in sé stesso, senza altro, è proprio com’è, cioè vero. Heidegger ritiene che questo concetto di fenomeno sia limitato dalla parvenza e dalla apparizione. La parvenza è il manifestarsi di qualcosa per come non è. L’apparizione è l’annunciarsi di qualcosa (e si badi, non il manifestarsi!) mediante il mostrarsi di qualcos’altro. Esempio di Heidegger: una malattia che si annuncia dal rossore della pelle. Nel rossore non si mostra la malattia, ma si annuncia. Il logos è invece un mostrante lasciar vedere. Il logos della fenomenologia accade in quanto è diretto a mostrare e dimostrare, cioè come esibizione e dimostrazione immediata di ciò che si mostra in sé stesso. Notiamo qui una continuità con Husserl. Heidegger guadagna il proprio concetto di fenomenologia radicalizzando e portando alle estreme conseguenze il ritorno alle cose stesse proclamato dal suo predecessore. Veniamo ora alla deformalizzazione. Si tratta di rapportare la fenomenologia ad un oggetto. La deformalizzazione avviene in vista dell’ente o dell’essere. Per ente si intende l’uomo, le cose artificiali e le cose naturali. Ciascuno appare e si manifesta in sé stesso. L’ente inteso come appare e si manifesta in sé stesso costituisce il campo del concetto ordinario di fenomeno. Si badi, da esso è esclusa ogni esperienza pre-scientifica o naturale, val a dire, qualsiasi esperienza sensibile o non inclusa nella ricerca scientifica. Quando la fenomenologia si rivolge all’essere, abbiamo il concetto fenomenologico di fenomenologia, vale a dire il concetto
autenticamente filosofico. Un tale sguardo implica qualcosa che non si mostra alle scienze né all’esperienza naturale. Heidegger affronta quattro questioni relative al concetto fenomenologico di fenomeno.
consiste nell’approfondire quanto a fondo la posizione dell’esserci segna un abbandono dalla posizione della coscienza.