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2020 Magistrali psicologia università di padova
Typology: Summaries
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La ricerca ai tempi di internet
Una ricerca scientifica deve partire dalla letteratura esistente riuscendo ad analizzare mediante un approccio sistematico ( PRISMA ) tutto (o quasi) il materiale a disposizione rispetto all’argomento della nostra ricerca. La ricerca di informazioni è un processo faticoso che consente però di avere chiaro lo stato dell’arte dell’argomento di interesse. Inoltre, conoscere la prospettiva generale consente poi, mediante la propria ricerca, di ampliare la conoscenza disponibile. Infine, una buona ricerca implica anche che le ipotesi iniziali vengano messe in discussione durante e alla fine della stessa.
La ricerca scientifica necessita di dati. Questi, possono essere raccolti in prima persona oppure possono essere utilizzati dati provenienti da altre ricerche. A questo punto si crea una distinzione negli approcci. Si parla di RICERCA PRIMARIA e SECONDARIA: La ricerca primaria comporta una maggiore fatica sia da un punto di vista di raccolta dati sia da un punto di vista temporale e di costi, in quanto richiede tempi lunghi e fondi importanti. La raccolta dei dati (in questo approccio) può avvenire mediante osservazioni, interviste, questionari e dati di log (quindi metodi sia quantitativi che qualitativi). Per queste proprietà, la ricerca primaria risulta essere più affidabile e valida. La ricerca secondaria, invece, utilizza dati provenienti da documenti (libri-articoli-altre fonti) e da ricerche primarie che però devono essere analizzate (queste fonti) in modo sistematico (PRISMA) così da avere effettivamente selezionato tutte (o quasi) le informazioni disponibili (per quello specifico argomento che si vuole trattare). Inoltre, siccome la raccolta dei dati non è diretta, i tempi si riducono, così come l’affidabilità, la validità e i costi di queste ricerche.
Il metodo dell’osservazione consente di acquisire informazioni associate ai comportamenti dei soggetti nel loro ambiente naturale. È importante però fare due importanti distinzioni. Lo sperimentatore può essere: -INTRUSIVO o NON INTRUSIVO= Cioè è presente o meno nel luogo in cui sono presenti i soggetti. -PARTECIPANTE o NON PARTECIPANTE=Interagisce o meno con i soggetti nell’ambiente. *In generale l’osservatore, anche se non intrusivo e non partecipante può comunque influenzare l’ambiente e i soggetti. Questo accade per quanto riguarda le osservazioni prima dell’arrivo di internet. Con l’arrivo di internet i metodi osservazionali sono mutati, oggi si parla di NRDC (Non Reactive Data Collection) cioè osservare e acquisire dati sul comportamento normale degli individui senza influenzarli. Questo è possibile con semplici raccolte di dati legati all’attività dei soggetti sulla rete (social, tempi di utilizzo, like, preferenze, recensioni etc.). La raccolta di questi dati comporta chiaramente una questione etica che negli ultimi anni ha preso sempre più piede nella ricerca online.
-Stesso luogo o distanti= Cioè ci si chiede se si è nello stesso luogo oppure se sperimentatore e soggetto si trovano in luoghi diversi; -Qualità dei dati= Dati raccolti online sono qualitativamente simili a quelli offline? Alcune ricerche hanno dimostrato che la qualità è simile (anche se ancora oggi sussiste il dubbio) ma ci possono essere casi di drop-out oppure una scelta del campione poco rappresentativo, anche perché non tutti possono accedere a Internet. Chiaramente la CMC presenta numerosi vantaggi: -Raggiungere soggetti distanti; -Raccolta dati estesa e senza costi eccessivi; -Flessibile e potenzialmente controllabile (alcune); -Propone un senso di controllo ai soggetti.
I principi etici applicati alla ricerca tradizionale sono difficili da applicare alla ricerca online, in quanto non sempre è necessario avere la firma di un consenso e in rete è possibile trovare dati (open data) che possono essere utilizzati senza alcun rischio giuridico. Ma numerosi autori hanno comunque evidenziato la necessità di sviluppare e applicare principi etici per le ricerche online così da adattare gli standard di ricerca online a quelli tradizionali.
Qual è il rapporto tra la storia di internet e la CMC? Il tema della comunicazione mediata dall’utilizzo di internet è stato affrontata già nel 1978 dagli studi di Hiltz e Turoff che hanno indagato come le persone valutavano l’utilizzo di mail per comunicare. I primi risultati vennero pubblicati nel loro libro ed evidenziavano come le persone percepivano la mancanza di indizi non verbali nell’utilizzo di questi mezzi di comunicazione (oggi si parla di lean medium o cues-filtered out situation). Le cose iniziarono a cambiare nel 1989 con lo sviluppo del World Wide Web che consentì lo sviluppo di siti da cui poter “acquisire” documenti anche se le modalità di queste pagine erano statiche e non consentivano l’interazione attiva con il sito. Questo passo venne fatto con lo sviluppo del WEB 2.0 che consentì per la prima volta di poter interagire mediante internet con altre persone (social network e social media). L’interazione è aumentata, ulteriormente, negli ultimi anni attraverso l’inserimento di interazioni multimodali, cioè la possibilità di utilizzare immagini, video e altre metodiche di comunicazione mediata da internet che hanno mutato anche le strutture di queste piattaforme che inizialmente consentivano solo una comunicazione di tipo testuale. Oggi, attraverso CMC è possibile documentare parti della nostra vita.
La Computer Mediated Communication è diventata un ulteriore modo di comunicare. Anche questa metodica presenta delle proprietà definite che consentono di differenziarla da altri tipi di comunicazione. Innanzitutto, è presente a più livelli generazionali, è utilizzata sia tra i più giovani che comunicano, ad esempio, durante, l’uso di videogames con chat e vocal message, sia tra gli adulti per lavoro come accade con il Computer Supported Co- operative Work (CSCW). Per quanto riguarda i tempi di comunicazione possiamo dividere la CMC in asincrona (comunicazione non simultanea, tipo mail) e in sincrona (comunicazione in simultaneo). Mentre valutando la possibilità di aggiornare le informazioni, possiamo fare una distinzione tra la comunicazione online e quella offline. La
donne anche se gli uomini tendono maggiormente a variare la tipologia. Inoltre, il loro utilizzo varia in funzione del tipo di “discussione”, ad esempio, una conversazione più scherzosa o emotiva richiederà numerosi emoticons mentre una comunicazione lavorativa e più seria, meno.
La comunicazione risulta essere uno dei campi più studiati nella psicologia. Nel tempo sono state fornite diverse teorie che hanno descritto una parte di questo fenomeno così complesso e mutevole. In particolare, le teorie sono: